Laurenzana, bocciato in Consiglio lo "Sblocca Italia". La provocazione dell´ex sindaco Urga. Rischio ampliamento concessione Gorgoglione

22-12-2014 09:31 -

LAURENZANA - Si allarga il fronte del "no" alla legge "Sblocca Italia". Anche il Consiglio comunale di Laurenzana, all´unanimità, ha bocciato l´articolo 38 del Decreto Legge 133/2014, chiedendo alla Regione Basilicata di «presentare ricorso per l´incostituzionalità della norma». Mentre il Consiglio comunale di Laurenzana si è espresso negativamente alla legge "Sblocca Italia", dal palazzo della Regione è arrivata una comunicazione, relativa all´attivazione della procedura Via (Valutazione di impatto ambientale) per "l´ampliamento della concessione mineraria Gorgoglione", presentata dalla Total. La lettera, datata 25 novembre, è stata inviata anche ai Comuni di Anzi, Brindisi Montagna, Castelmezzano e Trivigno. Secondo la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) «amministratori e residenti rischiano di trovarsi di fronte al fatto compiuto, in assenza di chiarezza da parte della Regione su quali potranno essere gli iter ed i tempi per il rilascio delle autorizzazioni richieste dalla compagnia mineraria, che già opera nel triangolo petrolifero situato tra Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione». «Si passerebbe dagli attuali 290 chilometri quadrati - stando a quanto riportato dalla Ola - ai ben 370 chilometri quadrati di ampliamento, affacciandosi, così, dalla Val d´Agri alla Val Basento, passando per le valli del Sauro-Camastra». La Total afferma che l´ampliamento richiesto consentirà di realizzare un´area di protezione a maggior tutela, dal punto di vista amministrativo, del giacimento "Tempa Rossa". «L´intera procedura - ha affermato la Ola - in base alla legge "Sblocca Italia", diventerebbe di competenza dei Ministeri, mettendo i comuni di fronte al fatto compiuto». A proposito dello "Sblocca Italia", durante l´ultima seduta del Consiglio comunale di Laurenzana, l´ex sindaco ed attuale consigliere di minoranza Domenico Urga, pur votando contro l´articolo 38 del Decreto Legge 133/2014, ha sollevato alcune perplessità. «In Basilicata - ha evidenziato Urga - ci sono autorizzazioni concesse ad Eni e Total per l´estrazione di ben 180 mila barili di petrolio al giorno. Ad oggi si estrae la metà, con una ricaduta di un 1 miliardo e 200 milioni di euro per la Regione Basilicata, che li ha mal gestiti». «Infatti - ha aggiunto l´ex sindaco Domenico Urga - non si sono mai visti risultati sul territorio dal punto di vista occupazionale». Domenico Urga ha, poi, sollevato un´altra questione: «con le royalties derivanti dal petrolio non si dovranno pagare gli stipendi ai dipendenti di Acquedotto Lucano, come si vocifera, ma produrre nuovi posti di lavoro». Pertanto, ha concluso Domenico Urga nel suo intervento, «se la Regione Basilicata non è in grado di gestire, in maniera efficiente, i fondi provenienti dal petrolio, ben venga la gestione dello Stato». Sulla questione petrolio e legge "Sblocca Italia" è intervenuto anche il consigliere comunale di maggioranza, Francesco Pavese, che si è espresso in questi termini: «se da vent´anni le multinazionali Total ed Eni hanno contrattato con i governatori regionali e questi sono stati i risultati, figuriamoci cosa accadrebbe se queste multinazionali petrolifere contrattassero direttamente con lo Stato». (Donato Pavese)

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