Laurenzana: in scena la storia del brigante Taccone. Con la sua banda diffuse il terrore in Basilicata e Calabria

18-08-2022 07:58 -

LAURENZANA - Questa sera il caratteristico borgo antico di Laurenzana sarà teatro di assalti, tumulti, amori e tradimenti. Dalle ore 20, infatti, sarà rievocata la storia del brigante Domenico Rizzo, detto Taccone, nato a Laurenzana nella seconda metà del 1700. La Pro loco locale porrà l'accento sulla figura del “Re di Calabria e Basilicata”. Così amava definirsi Taccone. Audace e capace di comando, con la sua banda di briganti, diffuse il terrore sia in Basilicata che nella vicina Calabria. La Pro loco di Laurenzana riproporrà vicende e situazioni di un passato non molto lontano, attraverso un'accurata rievocazione storica. Gli avvenimenti risalgono a poco più di duecento anni fa. La vita di Domenico Rizzo, detto Taccone, così come quella degli altri briganti, spesso analfabeti e vissuti alla macchia, è ricca di storia ed infarcita di leggenda. Si narra che Taccone e la sua banda, quando avevano bisogno di viveri, sigari, vestiti, cavalli e polvere da sparo, assalissero le masserie ed i palazzi dei benestanti. Inoltre disarmavano i soldati della gendarmeria francese e napoletana, mandati a stanare i banditi. Il brigante Domenico Rizzo partecipò anche ai moti antinapoleonici in Basilicata nel 1806, ma si costituì il 7 settembre dello stesso anno a San Severino Lucano. Ottenuta l'amnistia ed a capo di oltre trecento briganti, Taccone rientrò a Laurenzana e venne assunto come mugnaio da Domenico Asselta, ricco galantuomo fedele ai Borbone. Proprio su incitazione di Asselta, Taccone riprese la lotta contro i francesi ed i notabili, che li sostenevano. L'episodio più noto della sua attività brigantesca accadde nel 1809, ad Abriola, dove la sua banda di briganti assaltò il castello, trucidando l'intera famiglia dei baroni Federici, ad eccezione di Carlo, figlio del barone, di appena dieci anni. Il governo francese pose una taglia sulla testa di Taccone ed inviò il generale Charles Antoine Manhès per fermare le sue scorribande sanguinarie. Catturato e condannato a morte, Domenico Rizzo, detto Taccone, fu impiccato il 6 settembre del 1810. Figura importante del periodo, degna di essere ricordata e che si incrocia con le tristi vicende del brigantaggio, è l'arciprete di Laurenzana, don Domenico Dell'Orco. Venne barbaramente ucciso il 19 agosto del 1809, per mano di un commando di briganti, fomentati dai Borbone e dalla locale vendetta feudale, per essersi fortemente impegnato nella difesa dei diritti del popolo meno abbiente. (Donato Pavese)

"IL QUOTIDIANO DEL SUD - BASILICATA"


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