Il senatore della Lega Pasquale Pepe ha incontrato i cittadini di Laurenzana. Le foto della visita in Val Camastra

16-04-2018 20:57 -

LAURENZANA - «Il mio obiettivo è quello di non disperdere il rapporto con la gente. Sarò il politico con la valigia, vicino ai problemi della gente. Non abbandonerò il mio territorio di appartenenza, conciliando la vicinanza ai cittadini con un proficuo impegno istituzionale». Si è presentato con queste parole il neo eletto senatore della Lega, Pasquale Pepe, alla comunità di Laurenzana. All´incontro, che si è svolto presso il centro Polifunzionale, ha partecipato anche una delegazione di Calvello. Il parlamentare lucano e sindaco di Tolve ha ringraziato, in primis, tutti cittadini per il sostegno ricevuto durante l´ultima campagna elettorale. Nel suo discorso Pepe ha sottolineato il fallimento del centrosinistra sia a livello nazionale, che a livello locale, e guarda con ottimismo alle prossime elezioni regionali, che si terranno in autunno in Basilicata. A riguardo non ha fatto trapelare nulla su una sua possibile candidatura. Il senatore Pepe è intervenuto, inoltre, sulle recenti vicende riguardanti il centro di permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio e l´impianto nucleare dell´Itrec di Rotondella. «E´ di una gravità inaudita - ha evidenziato il senatore della Lega - che sullo sversamento di acque contaminate nel mar Ionio sia arrivata prima la magistratura della politica». Durante l´incontro di Laurenzana con il senatore Pepe, è intervenuto anche l´esponente locale della Lega, Michele Nigro. «Mi batterebbe il cuore con ardore - ha affermato Nigro - vedere il senatore Pasquale Pepe eletto governatore della Basilicata». Michele Nigro ha, poi, elencato «alcuni problemi che affliggono la nostra Val Camastra: l´annosa vicenda della variante alla strada provinciale 32 "Camastra", la cui realizzazione si protrae da un trentennio; l´assenza del medico al presidio del 118 di Calvello; il fenomeno dei cinghiali, che sono aumentati in maniera smisurata negli ultimi anni e che stanno devastando i nostri raccolti». (Donato Pavese)